In questi ultimi anni, il motore diesel sta conoscendo un declino che sembra inevitabile: entro il 2035, le case automobilistiche dovranno smettere di vendere auto diesel (e anche benzina, a onor del vero). Una triste fine per un motore che aveva fama di essere amico dell’ambiente e del portafoglio.
Com’è iniziato tutto? Quando e come è nato il primo motore diesel?
Rudolf Diesel, inventore del motore diesel
La nostra storia comincia 1892, quando l’ingegnere tedesco Rudolf Diesel brevetta un nuovo tipo di motore. In questo periodo, le automobili si dividono tra quelle a vapore e le prime a combustione interna, inventante da Nikolaus August Otto. Entrambi i tipi di auto sono poco efficienti, rumorosi e hanno bisogno di un dispositivo di accensione per partire, oltre che di una buona spinta da dietro.
L’obiettivo principale di Diesel è eliminare il dispositivo di accensione e avviare l’auto da ferma, senza doverla spingere da dietro ogni volta. Inoltre, spera di ottenere un motore che consumi meno carburante, quindi più accessibile a tutti.
Purtroppo, Diesel è sfortunato quanto brillante: riesce a realizzare il primo prototipo funzionante solo nel 1897, a causa delle difficoltà economiche e progettuali. Da una parte, l’uomo ha il principio ben chiaro in mente, ma fa fatica ad applicarlo con i mezzi dell’epoca; dall’altra, la produzione è costosa e i soldi non bastano mai.
Nel 1898, Rudolf Diesel fonda la Allgemeinen Gesellschaft für Dieselmotoren e inizia a commercializzare il suo motore. L’idea viene ripresa in tutto il mondo e questo gli frutta milioni di franchi. A causa dei problemi di depressione e allo scarso spirito imprenditoriale, riesce comunque a morire in povertà nel 1913, probabilmente suicida.
Prima del gasolio, l’olio
L’idea di alimentare il motore diesel a olio vegetale non è così campata per aria, benché sia una follia con i motori odierni. Dopo una serie di tentativi fallimentari con la benzina, Diesel decide di orientarsi su un carburante del tutto diverso e facile da produrre: l’olio di arachidi.
Il motore presentato all’Esposizione Universale del 1900 va ad olio, proprio come il pandino scassato del nonno che non vuole comprare il gasolio. Serve infatti qualcosa che inizia a bruciare solo con calore e pressione, cosa che il petrolio e la benzina non fanno. In questa fase, l’olio è la soluzione migliore e viene usata per tutti i primi motori diesel.
Il gasolio entra in gioco negli anni successivi, grazie ai brevetti derivati da quello depositato da Rudolf Diesel. Riguardano in larghissima parte navi e arei; le automobili continuano a viaggiare con il motore a scoppio di Otto.
La prima automobile diesel arriva solo nel 1936, ben dopo la morte di Diesel, ed è una Mercedes-Benz 260D. È questo il vero inizio delle automobili diesel.
Partenza con il freno tirato
Le automobili diesel hanno scarso successo per tutta la prima metà del ‘900 e per buona parte della seconda metà. Benché il diesel sia apprezzatissimo per i veicoli agricoli, risulta scomodo per le automobili private: l’iniezione è incostante, rendendo la guida poco fluida; quando fa troppo freddo, l’auto non parte; la combustione è poco stabile.
In questi anni, le case automobilistiche vedono comunque il potenziale del motore di Diesel e continuano a lavorarci. Solo nel 1988, però, l’ingegnere della FIAT Mario Ricco inventa il common rail e nasce il motore diesel odierno.
Dopo questa invenzione, il successo del motore diesel è ormai garantito ed è tutto in discesa. O così sembra.
La triste fine del motore diesel
Il declino del motore diesel inizia nel 2015, quando l’agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente rende nota la sua scoperta: la casa automobilistica Volkswagen ha truccato i dati riguardanti le emissioni NOx dei suoi motori. Le automobili con motore diesel producono molte più emissioni di quanto dichiarato, andando ben oltre il tetto dei NOx nocivi per la salute.
Volkswagen è solo la prima casa automobilistica che finisce nel mirino dei controlli: ben presto, emerge che tutte le case automobilistiche hanno truccato i dati, in un modo o nell’altro.
Il resto è storia: la scoperta porta a restrizioni sempre maggiori per i motori diesel. In Italia, si decide di eliminare i benefici sulle accise del gasolio, pensate per favorire un carburante un tempo visto come ecologico ed economico.
Che fine faranno i diesel? Non ci resta che aspettare.