La storia dell’olio di colza usato come diesel continua a imperversare, nonostante siano passati ormai più di quindici anni dalla sua nascita. Nell’immaginario di alcune persone, basta versare un bottiglione di olio di colza nel serbatoio per far andare l’auto, per la gioia di portafoglio e ambiente.
La realtà è ben diversa.
Per cosa si usa l’olio di colza
Partiamo col precisare che l’olio di colza è davvero presente nel gasolio che usi per l’auto. Anche quello che compri da Vargas lo contiene, in una certa percentuale. Ciononostante, ha ben poco in comune con l’olio che compri al supermercato e che usi per la frittura. Per essere precisi, ne condivide solo l’origine.
L’olio di colza è uno dei principali ingredienti del biodiesel, insieme agli oli da cucina esausti e ai grassi vegetali. Il biodiesel viene poi mischiato al gasolio tradizionale, che alla fine del processo contiene circa il 5% di carburante derivato da fonti rinnovabili. Quindi sì, nel serbatoio della tua auto diesel c’è anche un po’ di olio di colza. Ciò non significa che tu possa considerarli intercambiabili.
Navigando tra forum e blog, si trovano persone che consigliano di “allungare” il gasolio con il 20% di olio di colza. Questo è infatti il limite entro il quale la pratica è legale, dato che l’olio di colza è di fatto solo un additivo agli occhi della legge. Legale è sinonimo di consigliabile? Assolutamente no e più avanti vedremo il perché.
Le differenze tra olio di colza e diesel
Come detto sopra, l’olio di colza viene usato per produrre il biodiesel, ovvero un sostituto del gasolio al 100% proveniente da fonti rinnovabili. Da diversi anni si discute se converrebbe o meno usare questo carburante vegetale come sostituto dei carburanti fossili. Ai fini dell’articolo, però, ci serve solo capire perché olio di colza e biodiesel sono diversi.
Per diventare biodiesel, l’olio di colza subisce una serie di lavorazioni che ne eliminano alcuni elementi. Tra questi c’è la glicerina, molto presente nell’olio da cucina e invece quasi del tutto assente nel carburante. Inoltre vi si aggiungono additivi che lo renderanno più stabile alle alte temperature, caratteristica fondamentale per alimentare un motore a gasolio.
L’ultima differenza, forse la più dimenticata, è la purezza dell’olio. Come tutti gli oli usati per la frittura o per la cucina, anche l’olio di colza contiene qualche sedimento. È del tutto normale e non è un problema, quando lo si usa in cucina. Lo diventa quando lo versi in un serbatoio, dato che un buon carburante dev’essere il più possibile privo di elementi terzi.
Noi di Vargas prestiamo molta attenzione a queste cose, quando ci occupiamo dei nostri carburanti.
Cosa succede se usi l’olio di colza al posto del biodiesel
Nei fatti, le differenze viste sopra che conseguenze hanno sulla tua auto? Online si trovano decine di persone che dichiarano di usare olio di colza al posto del diesel da decine di anni. Significa che, al netto del reato di truffa ai danni dello Stato, si può usare l’olio come carburante?
No e le accise non pagate sono l’ultimo dei problemi (almeno per la tua auto).
Come detto altre volte, negli ultimi anni le auto sono diventate sempre più tecnologiche ed ecologiche. Ormai possono percorrere centinaia di chilometri con pochi litri e poche emissioni, ma questo ha un prezzo: i nuovi motori diesel sono delicati. Le auto di quarant’anni fa potevano camminare anche con l’olio di frittura esausto, quelle di oggi richiedono miscele dedicate.
L’olio di colza non resiste alle temperature elevatissime raggiunte in un normale motore diesel. In più, i sedimenti e le sostanze al suo interno bruciano in maniera incompleta e producono quindi residui: nel giro di poco tempo, iniettori e camera di combustione sono coperti di depositi carboniosi, gomme di origine vegetale e morchie.
Insomma, risparmi qualche spicciolo sul carburante e spendi centinaia di euro dal meccanico. Non conviene optare direttamente per un gasolio di qualità come quello Vargas?