Nel continuo dibattito su come abbattere la nostra dipendenza dai combustibili fossili, i biocarburanti la fanno da padrone. L’idea di avere dei carburanti disponibili ovunque, rinnovabili, relativamente poco inquinanti è attraente, non c’è dubbio. Prima di cantar vittoria, però, è bene chiedersi quali siano i pro e contro dei biocarburanti e se siano davvero l’alternativa che cerchiamo.
I pro dei biocarburanti
I sostenitori dei carburanti di origine biologica si concentrano quasi sempre solo sui pro di questi. In effetti ce ne sono diversi, alcuni dei quali molto interessanti.
Sono rinnovabili
I biocarburanti si ottengono a partire da materiali organici, come alghe e scarti di produzioni agricole; nel caso del metano, si usano anche le deiezioni di animali e gli scarti organici domestici. Al contrario dei derivati del petrolio, quindi, sono al 100% rinnovabili.
Considerando che il petrolio disponibile sta diminuendo e che prima o poi finirà, è un vantaggio non da poco.
Si possono produrre dagli scarti
I biocarburanti nascono come sottoprodotti del trattamento dei rifiuti organici. Ad esempio, il metano si produce dalla fermentazione anaerobica del trinciato di mais e di altri materiali organici. Il biodiesel, invece, si produce dalla lavorazione di olio vegetale esausto e di grassi animali.
Emettono meno CO2
Rispetto ai carburanti fossili, i biocarburanti producono fino al 40% in meno di CO2. Sulla carta, ciò li rende una soluzione che incide di gran lunga meno sull’effetto serra. Inoltre, le piante da cui si ricavano assorbono una buona fetta di anidride carbonica, riducendo ulteriormente il loro impatto ambientale.
I contro dei biocarburanti
Oltre i pro, i biocarburanti hanno anche una buona fetta di contro da considerare. Fosse altrimenti, avrebbero sostituito i derivati del petrolio ovunque, compreso anche negli impianti Vargas.
Incentivano il deforestazione
Metano, biodiesel e bioetanolo si possono produrre dagli scarti di colture per l’alimentazione umana e animale, è vero. D’altra parte, questi non basterebbero per soddisfare un’esigenza universale di biocarburanti: bisognerebbe per forza puntare su coltivazioni ad hoc.
Molti temono che una produzione su larga scala di biocarburanti porterebbe a un aumento vertiginoso delle terre coltivate, con conseguente aumento della deforestazione. Deforestazione che causerebbe un’ulteriore riduzione dei polmoni verdi rimasti, nonché il progressivo impoverimento dei terreni stessi.
Entrano in competizione con le colture alimentari
Le monocolture di colza o di mais per la produzione di biocarburanti sono abbastanza facili da gestire e rendono bene. Di conseguenza, piccoli e grandi agricoltori preferiscono puntare su di esse, piuttosto che sulla produzione di frutta e verdura. È normale, ma è anche un grosso problema.
L’aumento delle monocolture per biocarburanti provoca una diminuzione delle colture alimentari. Ciò fa alzare il prezzo di frutta e verdura, aumentando il rischio di insicurezza alimentare nei paesi più poveri.
Hanno un impatto negativo sulla biodiversità
L’espansione di poche coltivazioni ruba spazio alle coltivazioni più piccole che, per un motivo o per l’altro, non sono altrettanto facili da vendere. In parte, questo succede già (quante varietà di carote hai visto al supermercato, a fronte delle decine che esistono al mondo?), ma la produzione di massa di biocarburanti potrebbe peggiorare la situazione.
Le monocolture di mais o di colza potrebbero rubare spazio alle tante specie autoctone che non rendono altrettanto bene, facendole pian piano sparire.
Hanno bisogno di acqua ed elettricità
Coltivare il mais richiede tanta acqua, mentre la sua lavorazione richiede tanta elettricità. Se i biocarburanti si potessero ottenere solo dagli scarti delle coltivazioni alimentari, questo non sarebbe un grosso problema. Come visto, però, una produzione di massa renderebbe questo impossibile e costringerebbe a usare risorse preziose.
Il futuro dei biocarburanti è complesso
Non sarebbe corretto bollare i biocarburanti come qualcosa di negativo: come visto, hanno pro e contro da considerare. D’altra parte, va detto che non sono nemmeno la soluzione a tutti i mali dei combustibili fossili, contrariamente a quello che qualcuno crede.