Tra i tanti blocchi cui le auto diesel e benzina sono soggette, sempre più persone si chiedono fino a quando potranno usare il loro veicolo. In alcuni casi, si può dire che il segreto sia portare pazienza, almeno quel tanto che basta affinché la vecchia auto diventi “storica”.
Le auto storiche, infatti, godono di una serie di privilegi e sono immuni anche ad alcuni vincoli. Sarà però vero che le auto storiche possono circolare sempre?
Dopo quanti anni un’auto è storica?
Affinché un’auto possa essere definita “storica”, dev’essere stata costruita da almeno 20 anni e dev’essere usata solo per scopi privati; le auto aziendali o simili sono escluse.
Occhio, però, perché non basta che un’auto sia vecchia. Il D.Lgs. 285/92 prevede che il riconoscimento di storicità debba arrivare da uno dei seguenti enti:
- ASI (Automotoclub Storico Italiano);
- Lancia Club;
- Registro FIAT Italiano;
- RIAR (Registro Italiano Alfa Romeo);
- FMI (Federazione Motociclistica Italiana).
Inoltre, il veicolo dev’essere funzionante e rappresentare un pezzo di storia del design automobilistico. Per fugare qualsiasi dubbio, l’ASI mette a disposizione una lista di modelli storici: se la tua auto vi rientra, puoi fare richiesta presso uno degli enti.
Possono circolare?
A questo punto, la tua auto (ufficialmente) storica può circolare ovunque? Non proprio: dipende dalle normative della tua Regione di riferimento e dalle caratteristiche dell’auto. In Piemonte, ad esempio, le auto storiche possono circolare solo in determinate fasce orarie. A Milano, invece, sono previsti 25 giorni di deroga per le auto storiche.
Morale della favola: non è vero che le auto storiche possono circolare sempre. L’articolo 60 del Codice della Strada prevede che debbano comunque possedere i prerequisiti necessari per la circolazione.
Rispetto alle loro coetanee prive di certificazione, le auto di interesse storico godono di qualche libertà in più e possono circolare più spesso. Ciononostante, sono soggette a blocchi che possono essere più o meno pesanti a seconda della Regione e che, soprattutto, possono cambiare nel tempo.
La differenza con le auto d’epoca
Quanto detto sopra non vale per le auto d’epoca, che seguono un iter diverso. Probabilmente qualche lettore starà facendo confusione: qual è la differenza tra auto storiche e auto d’epoca?
Le auto d’epoca sono veicoli atipici destinati alla conservazione presso musei pubblici e privati, regolamentati dal comma 1 dell’articolo 60 succitato. L’obiettivo dei proprietari non è guidarle, ma mantenerne le caratteristiche il più possibile intatte. Per questa ragione, devono essere inserite nei registri storici visti sopra ed essere radiate dal PRA (Pubblico Registro Automobilistico).
Dopo la radiazione, i proprietari sono esentati in parte o del tutto dal pagamento del bollo auto che, ricordiamolo, andrebbe pagato anche non si usa l’auto. Di contro, l’auto può circolare solo durante sfilate ed eventi ufficiali, come disciplinato dall’articolo 99 del Codice della Strada.
Che benzina si usa per un’auto storica o d’epoca?
In passato, abbiamo visto perché molte auto storiche usano la benzina rossa, ormai quasi introvabile. I motori più vecchi sono concepiti per sfruttare il potere lubrificante e antidetonante del piombo, di cui però la benzina verde è priva. Come fare?
Là dove necessario, puoi sostituire la vecchia benzina rossa con benzina verde e additivi che sostituiscono il piombo. L’additivo per auto storiche più diffuso è il MTBE (Metil Ter Butil Etere), benché sollevi qualche perplessità tra gli esperti.
Ad ogni modo, è fondamentale usare una buona benzina verde come base, come quella venduta presso gli impianti Vargas.
Quali sono gli altri vantaggi
Le auto storiche con più di 30 anni godono dell’esenzione dal pagamento del bollo. Le auto tra i 20 e i 29 anni, invece, pagano il bollo secondo quanto determinato dalla Regione d’appartenenza. In gran parte dei casi, godono di un trattamento di favore e pagano molto meno delle auto più nuove.
Le auto storiche devono fare la revisione ogni 2 anni come tutte le altre auto. La loro revisione non tiene però conto di tutta una serie di caratteristiche oggi obbligatorie, come la presenza delle cinture di sicurezza o delle luci di posizione.