Anche le auto a benzina hanno il loro filtro antiparticolato, anche se non si chiama così. Nei benzina si parla infatti di GPF (Gasoline Particulate Filter) e la funzione è la stessa: ridurre le emissioni nocive. Anche il funzionamento è simile, seppure con alcune importanti differenze. Quali sono e quando ci dobbiamo aspettare il GPF anche in un benzina?
Quando il filtro antiparticolato serve anche nei benzina
Il filtro antiparticolato è un elemento associato ai diesel, ma da qualche anno è presente anche in alcuni benzina. La discriminante non è il tipo di alimentazione, infatti, quanto la modalità di combustione del carburante.
Nelle auto diesel, l’alimentazione è a iniezione diretta: il carburante viene iniettato direttamente nella camera di combustione, migliorando l’efficienza e riducendo i consumi. Purtroppo, questo sistema aumenta anche la quantità di polveri sottili prodotte dalla combustione. Il FAP serve proprio a tamponare il problema, catturando gran parte delle polveri prima che escano dallo scarico ed eliminandole.
Alcuni modelli di auto a benzina hanno adottato il modello dell’iniezione diretta, proprio per abbassare i consumi. In questo modo si è però venuto a creare lo stesso problema dei diesel, ovvero un aumento della produzione di polveri sottili. Per rimanere a norma, i produttori hanno quindi introdotto una tecnologia analoga al FAP e pensata per i benzina, ovvero il GPF.
A partire dalla normativa Euro 6c, il filtro è diventato di fatto obbligatorio per tutte le auto a iniezione diretta, indipendentemente dal tipo di alimentazione. Questo proprio per ridurre un problema che dipende dal tipo di carburazione, non dal tipo di carburante usato.
Come funziona il GPF nei benzina
Il FAP dei diesel è collocato vicino ai tubi di scappamento, spesso, ed è un cilindro in carburo di silicio con una maglia fitta. Il particolato finisce in queste cellette e non viene rilasciato fuori, anche grazie a una sostanza chiamata cerina presente al loro interno. Quando le cellette sono tutte piene, il sistema inietta un po’ di gasolio nel circuito e brucia tutte le particelle rimaste.
Il filtro antiparticolato dei benzina funziona in modo un pochino diverso. I gas di scarico prodotti dai motori a benzina sono molto più caldi rispetto a quelli dei diesel. Ciò rende il GPF in qualche modo più efficace del FAP, dato che basta il calore della marcia per eliminare di continuo le microparticelle raccolte.
Questo sistema evita le rigenerazioni periodiche dei FAP, che aumentano i consumi e riducono le prestazioni in quel lasso di tempo. Inoltre, è molto più difficile che il filtro si intasi, anche se si possono presentare dei problemi in determinate condizioni.
Quando la rigenerazione del GPF fallisce
Qualche volta, anche il GPF ha difficoltà a svuotare il filtro. Capita soprattutto quando:
- guidi quasi solo a bassa velocità e per brevi tratti, quindi il motore non fa in tempo a riscaldarsi quanto servirebbe;
- avvii ripetutamente a freddo quando la temperatura esterna è bassa.
In questi due casi, può darsi che serva una rigenerazione attiva, simile a quella del filtro antiparticolato nei diesel. Avviene anch’essa in modo automatico e dura massimo 20 minuti, senza che tu te ne renda quasi conto. Gli unici veri indizi sono il calo di prestazioni e l’odore di bruciato che puoi avvertire.
Affinché il filtro antiparticolato di un benzina funzioni sempre a dovere, fai queste cose:
- guida periodicamente per tratti un po’ più lunghi e a velocità variabili, affinché l’auto abbia il tempo per riscaldarsi;
- se guidi spesso in città, tra un pieno e l’altro guida per almeno 20 minuti sopra i 60 km/h;
- scegli una benzina di per sé già pulita e di qualità, che produca pochi residui e che quindi non affatichi troppo il GPF.
Per quest’ultimo punto, ti consigliamo di usare la benzina Vargas, che ti garantisce ottime prestazioni al giusto prezzo.