In questo ultimo periodo si fa un gran parlare di accise sulla benzina. Ci si chiede quali sono, quanto influenzino il prezzo del carburante, se sia possibile tagliarle. Su una cosa non c’è alcun dubbio: se domani sparissero magicamente, i carburanti costerebbero molto meno. Si tratta di un’eventualità plausibile?
Cosa sono le accise sulla benzina
Le accise sono imposte sulla fabbricazione e vendita di prodotti. Le troviamo nelle bollette di luce e gas alla voce “imposta di produzione”, sono comprese nel prezzo di alcolici e di tabacchi. Le più famose rimangono però quelle su gasolio e benzina, oggetto di innumerevoli discussioni e spesso di sdegno.
Quando insorge un’emergenza e lo Stato ha bisogno di ulteriori finanziamenti, spesso pone una nuova accisa sui carburanti. Una volta che l’emergenza è passata, è consuetudine lasciare l’accisa e usare i proventi per qualcos’altro. Dopo qualche anno si verifica una nuova emergenza e servono nuove accise. Man mano che il tempo passa, le tasse nuove si sovrappongono a quelle vecchie e il prezzo del carburante aumenta. Ecco perché la questione suscita più di una perplessità.
Le accise sul carburante valgono sia per i carburanti prodotti nell’Unione Europea sia per quelli prodotti fuori. In quest’ultimo caso, rientrano tra gli oneri doganali e vengono riscosse all’ingresso in Italia. A questo punto vi si sovrappongono ulteriori tasse: l’aggiunta di Iva e addizionali regionali fanno lievitare ancora il prezzo finale. Si stima che il pacchetto completo di tasse incida per il 68% sul prezzo della benzina e per il 64% sul prezzo del gasolio.
A cosa servono le accise su gasolio e benzina?
La funzione delle accise su gasolio e benzina cambia da accisa ad accisa. In generale, il ricavato delle imposte dovrebbe servire in caso di emergenza. Se ad esempio interviene un terremoto o un’alluvione, lo Stato può avere bisogno di fondi straordinari. Ecco quindi che si mette una nuova tassa per raccogliere i soldi che servono. Il problema è che passata l’emergenza la tassa rimane.
Le accise sulla benzina più vecchie suscitano molte perplessità. La guerra in Etiopia del 1935-1936 è un’emergenza così impellente da meritare una tassa? La cifra è irrisoria: appena 0,000981 euro a litro, che in un anno diventano poco meno di 2,4 euro se fai un pieno a settimana. A questa si aggiungono però l’accisa sulla crisi di Suez del 1956, quella per il disastro del Vajont nel 1963 e così via. Tutte insieme, diventano una cifra di tutto rispetto.
Siamo sicuri che servano ancora?
La realtà è molto più complessa di quanto potrebbe sembrare a colpo d’occhio. Le accise fanno entrare circa 26,7 miliardi di euro nelle casse dello Stato, l’81% della fiscalità energetica. Eliminare anche solo una di queste accise comporterebbe un calo di gettito di miliardi di euro. Miliardi che oggi si usano per finanziare beni e servizi, che quindi andrebbero recuperati altrove.
L’elenco delle accise sulla benzina nel 2018
Quali sono le accise sulla benzina nel 2018? La lista che è la seguente, ma ci sono particolari che non tutti conoscono.
- 0,000981 euro: finanziamento per la guerra d’Etiopia (1935-1936)
- 0,00723 euro: finanziamento della crisi di Suez (1956)
- 0,00516 euro: ricostruzione dopo il disastro del Vajont (1963)
- 0,00516 euro: ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze (1966)
- 0,00516 euro: ricostruzione dopo il terremoto del Belice (1968)
- 0,0511 euro: ricostruzione dopo il terremoto del Friuli (1976)
- 0,0387 euro: ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia (1980)
- 0,106 euro: finanziamento per la guerra del Libano (1983)
- 0,0114 euro: finanziamento per la missione in Bosnia (1996)
- 0,02 euro: rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004)
- 0,005 euro: acquisto di autobus ecologici (2005)
- 0,0051 euro: terremoto dell’Aquila (2009)
- da 0,0071 a 0,0055 euro: finanziamento alla cultura (2011)
- 0,04 euro: emergenza immigrati dopo la crisi libica (2011)
- 0,0089 euro: alluvione in Liguria e Toscana (2011)
- 0,082 euro (0,113 sul diesel): decreto “Salva Italia” (2011)
- 0,02 euro: terremoto in Emilia (2012)
In realtà il Decreto Dini del 1995 ha unificato le accise dal 1935 al 1983 in un’unica tassa, entrata nella fiscalità generale. La Legge di Stabilità 2013 ha invece reso strutturali le accise dal 2011 al 2012. Molte delle accise sulla benzina presenti in elenco sono quindi diventate tasse generiche.
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