Il GPL genera grande confusione tra i meno esperti, qualche volta anche paura. Una delle domande più diffuse è: “il GPL è liquido o gassoso?” La risposta è: entrambe le cose, in un certo senso. GPL sta infatti per “Gas di Petrolio Liquefatto”. Si tratta quindi di un gas che viene portato allo stato liquido per comodità. Cerchiamo di capire insieme questo cosa comporta.
Come si produce il GPL
Per comodità parliamo di GPL come se fosse un unico gas, ma non è così. In realtà è una miscela di più gas, in prevalenza propano e butano. Non ne esiste una composizione precisa, quindi la percentuale dell’uno e dell’altro cambia in base al produttore. Ciò che accomuna tutti i GPL è l’aggiunta di una sostanza odorizzante, che serve a individuare eventuali perdite.
Il GPL è un derivato del petrolio e si produce in due modi.
- Durante l’estrazione del petrolio greggio. All’interno dei giacimenti non c’è solo greggio, ma anche una ricca gamma di gas formatisi nel corso del tempo. Fino a qualche decennio fa, tutti questi gas andavano distrutti mediante ventilazione o combustione. Oggi, invece, li si raccoglie per separare il 5% di GPL al loro interno. Da questo processo si ottiene circa il 60% del GPL in commercio.
- Mediante la raffinazione del petrolio greggio. Durante la raffinazione del greggio, è possibile separare diversi tipi di carburante, tra cui benzina e gasolio. Il GPL è un altro possibile prodotto di questo processo e lo si ottiene mediante distillazione atmosferica.
Quando il GPL è liquido e quando è gassoso
Quando è a temperatura ambiente, il GPL è allo stato gassoso. Com’è intuibile, questo renderebbe alquanto difficile stoccarlo e trasportarlo da un luogo all’altro. Per questa ragione, lo si porta allo stato liquido, molto più maneggevole e anche meno soggetto a incidenti.
Per liquefare il GPL lo si sottopone a una pressione compresa tra 2 e 8 bar, quindi abbastanza modesta. Così facendo la densità del gas si moltiplica circa 250 volte, mentre il volume si riduce in maniera proporzionale. Ciò consente di usare contenitori relativamente piccoli per trasportare il gas liquefatto, rendendolo più comodo rispetto al metano.
Una delle differenze tra metano e GPL, al di là della composizione, sta infatti nel modo di ridurli allo stato liquido. Per il GPL basta un po’ di pressione, mentre il metano va disidratato, compresso e raffreddato. Inoltre, il GPL tende a concentrarsi verso il basso anche quando è allo stato gassoso, il che riduce un poco il rischio di perdite.
Il GPL nel serbatoio è liquido o gassoso?
Il GPL nel serbatoio della tua auto è allo stato liquido. È per questo che il serbatoio di un’auto a GPL si può riempire solo all’80%: in caso di emergenza, il gas liquefatto deve avere lo spazio per aumentare di volume senza esplodere. In più, esiste una valvola specifica per far uscire il gas in modo controllato, nel caso in cui il serbatoio non riuscisse più a contenerlo.
Il carburante torna allo stato gassoso in fase di combustione: il GPL liquido passa dal serbatoio agli iniettori, passando attraverso un evaporatore che lo riporta allo stato gassoso. È importante che questo avvenga senza aumentare troppo la temperatura del gas, che altrimenti si potrebbe accendere prima del tempo. Per questo motivo, l’evaporatore è collegato all’impianto di raffreddamento. A questo punto lo si miscela con l’aria e si avvia la combustione.
In definitiva, il GPL sarebbe di base gassoso. Per facilitarne trasporto e utilizzo, passa però buona parte del suo tempo allo stato liquido. Anche per questo motivo è un carburante versatile, apprezzato sia nell’autotrazione sia in altri ambiti.
L’unico eventuale difetto potrebbe stare nella scarsa diffusione di distributori. Se però vivi nel nord Italia, neanche questo è un problema: gli impianti Vargas propongono infatti benzina, diesel e GPL di ottima qualità.